Lettera di Don Giuseppe Giacani alle famiglie

Carissimi,visto il tempo difficile che viviamo a causa di questa brutta emergenza mi sento di dirvi che allo stop necessario alla vita liturgica in chiesa deve seguire un modo diverso di vivere la nostra fede, il nostro “culto”,  in quanto cristiani di questo tempo.

      Saper passare dalla preghiera di un popolo di Dio riunito assieme in chiesa alla preghiera di un popolo di Dio che vive nelle case.

      Nelle vostre famiglie, grazie alla fede, il Signore vive ed è presente e per questo ogni famiglia diventa sul serio “piccola chiesa domestica”.  Li, voi laici potete esercitare il “sacerdozio comune dei fedeli” che si radica nel battesimo e si esercita nella vita di famiglia. C’è un ministero di sposi e di genitori da riscoprire e attuare. Quante volte lo abbiamo annunciato in chiesa!

      Ora questo tempo vi permette di viverlo in pienezza riscoprendo la bellezza del dialogo, della tenerezza, dell’ascolto dell’altro e anche del perdono: è celebrare nella vita la Comunione, è vivere nella vita quotidiana la Riconciliazione.

E’ un tempo che ci aiuta a vincere la cultura dell’egoismo e dell’individualismo e ci sprona fare spazio alla solidarietà. Nelle nostre case, preghiamo!

Con umiltà e fiducia mettiamoci davanti al crocifisso o all’immagine di Maria e non abbiamo paura o vergogna, di aprirgli il nostro cuore. In questo tempo possiamo riscoprire o imparare a pregare in modo più nostro. Il digiuno dal pane eucaristico ci porti a cibarci ogni giorno della Parola di Dio che ugualmente nutre la nostra fede. E in modo particolare preghiamo per i malati. Preghiamo per i medici, gli operatori sanitari, per la protezione civile. Preghiamo per i tanti volontari delle diverse associazioni che si prodigano a farsi vicini a chi necessita di essere curato, ascoltato, aiutato ad affrontare i propri disagi. Preghiamo per il nostro governo e le istituzioni civili e sociali perché sappiano ricercare e realizzare il bene di tutti anche con la nostra partecipazione.

Preghiamo per don Francesco che si sta curando all’ospedale di jesi e in questa preghiera mettete anche me e don Giacomo. Noi due siamo in quarantena. Io con un po’ di acciacchi, ma fiducioso di poter ritornare presto in mezzo a voi. Nell’Eucarestia che celebriamo da soli ogni giorno affidiamo al Signore ognuno di voi. Nel silenzio di queste giornate comprendiamo meglio il valore della vita di ognuno di noi, fragili ma importanti agli occhi di Dio.

Nel vangelo la parola più frequente di Gesù è: “NON ABBIATE PAURA!”

Un saluto a tutti e insieme… in cammino verso la Pasqua.

V° domenica di quaresima, 29 marzo 2020

Don Giuseppe parroco

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